Ian Curtis aveva 23 anni il 18 maggio 1980 quando scelse di togliersi la vita nella cucina di casa sua al numero 77 di Barton Street a Macclesfield. Fabio Magnasciutti ne aveva 14 quando ha iniziato ad ascoltare i Joy Division. È stato solo per un periodo il fratello minore di Ian, poi nel corso del tempo ne è diventato il gemello, l’amico più grande, oggi quasi il padre. Un padre putativo che si prende l’onere di riascoltare The Idiot, otto canzoni in totale, riadattandole in forma di incisioni che paiono microsolchi, haiku con una scrittura che riecheggia quella di Ian, citazioni dense, amare. Chi sa ritroverà lo sguardo blu, allucinato, derelitto di Curtis, quella poetica inarrivabile. Testi e immagini per un libro in cui passione e morte si alternano come un giro di basso ossessivo, come un dolore intermittente, nell’eterna battaglia tra giusto e sbagliato. L’amore ideale che ci fa a pezzi, l’oblio che ci dovrebbe consolare ma che a volte si trasforma in un nuovo inferno. Perché forse, suo malgrado, Ian è diventato immortale. A lui Magnasciutti rende un omaggio fatto di carne e anima, senza tralasciare i suoi tormenti in un gioco di specchi crudo, vero, tagliente. E assoluto (Daniela Amenta).
Mercoledì 11 ore 18, presentazione/concerto: IAN C di Fabio Magnasciutti – con i NOT DUE (Fabio Magnasciutti e Alessio Morglia)
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Lunedì 9 ore 18, presentazione: BUSTER KEATON il clown avanguardista di Lorenzo Manfridi
Buster Keaton, un cineasta che ha fatto la Storia del Cinema. Regista e attore tra i più moderni degli anni Venti, l’epoca in cui la settima arte si era fatta borghesemente rispettabile quanto il teatro, Keaton è riuscito a creare un linguaggio capace di soddisfare pubblico e critica grazie alle sue gag esilaranti e alle innovazioni tecniche. La realtà apparentemente illogica di Keaton nasce in una Los Angeles in costante crescita, dove Hollywood è ormai diventata la capitale del cinema mondiale. Qui lavorano tutti gli altri grandi nomi della commedia muta, da Charlie Chaplin a Harold Lloyd, da Roscoe Arbuckle a Laurel and Hardy. In questo libro scopriremo la straordinaria carriera di Keaton partendo dai suoi esordi negli spettacoli di vaudeville, analizzeremo le sue pellicole più importanti sia sotto l’aspetto attoriale, che sotto quello registico, e cercheremo di capire come sia finito per essere dimenticato e lasciato indietro da quel progresso che deve la propria esistenza anche a lui: Buster Keaton, il clown avanguardista.
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GIOVEDI’ 5 ore 18: ANNA PARISI PRESENTA – QUANTI QUANTI? (SALANI)
I misteri più grandi del mondo non sono nascosti a centinaia di migliaia di chilometri da noi, da qualche parte nella vastità dell’universo. Ma si trovano anche nell’infinitamente piccolo, custoditi in quelle particelle invisibili e indivisibili che compongono tutto ciò che ci circonda: i quanti. E la fisica quantistica si occupa proprio di questo, di guardare dentro la materia per trovare le risposte a domande da secoli irrisolte. E fatta di scoperte sconvolgenti, di attimi di genialità impressi nella storia, di persone straordinarie che, spinte dal desiderio di indagare sempre più a fondo, hanno dato vita al più grande lavoro di gruppo dell’umanità, Non deve essere per forza difficile. Non se c’è qualcuno che sa come spiegarla. Anna Parisi e Valentina Schettini raccontano di onde e particelle, dialogano con scienziati scomparsi da tempo come Heisenberg e Schrödinger, e affrontano con gentilezza e competenza tutti gli aspetti della meccanica quantistica, dall’inizio della storia fino a un futuro che sembra incredibile. Accompagnato da una prefazione del Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, un libro che scardina i preconcetti sull’inaccessibilità dalla fisica, conducendoci in una delle materie più belle e affascinanti che ci siano
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VENERDI’ 6 ore 18: FRANCESCO SYLOS LABINI / MATTEO CARAVANI – AL VERDE MANIFESTO DEI TEMPI MODERNI (Rubbettino)
Un diario di bordo ideale in questi tempi tempestosi, che ha l’obiettivo di fornire un quadro organico, seppur macroscopico, per interpretare i grandi e rapidi cambiamenti che caratterizzano l’attualità. La sua principale finalità è offrire una bussola che possa aiutare a comprendere il periodo storico che stiamo vivendo. Tuttavia, uno sforzo analitico è necessario per aprire la strada ad una riflessione sulle possibili vie da percorrere per uscire dall’ideologia dominante degli ultimi 40 anni, il “there is no alternative” alla competizione di tutti contro tutti di memoria thatcheriana. Nell’attuale contesto, cercare l’alternativa è diventato necessario e impellente.a crisi climatica e le enormi concentrazioni di capitale con le associate disuguaglianze. In questi tempi burrascosi è perciò sempre attuale la famosa massima di Antonio Gramsci: “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”
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VENERDI’ 29 ore 18: ROBERTO SOMMELLA – AL VERDE MANIFESTO DEI TEMPI MODERNI (Rubbettino)
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sabato 30 ore 17,30: STEFANO IANNACONE – NON E’ SUCCESSO NIENTE (Les Flaneurs)
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mercoledì 27 ore 18: Paolo Jorio e Claudia Carrescia – LA SIRENA DI POSILLIPO (Rizzoli)
Un affresco straordinario della Napoli e dell’Italia tra fine Cinquecento e l’inizio del Seicento: è quello che disegna in un grande romanzo storico, pieno di personaggi reali e tanti altri di fantasia, Paolo Jorio, uomo colto, giornalista, saggista, direttore di musei, che riesce a far vivere davanti agli occhi stupiti dei lettori una serie di vicende che ebbero per protagonisti uomini e donne provenienti dalle più illustri casate italiane, che mescolandosi per matrimoni ed alleanze strategiche, dettero vita a un periodo che conosciamo come “Manierismo”, quando cioè dal Rinascimento trionfante si passa all’età barocca.
Dicembre 1586. Nella sublime cornice del golfo di Posillipo, dove il rosso della lava incontra il blu del mare, viene alla luce Adriana Basile. Il talento è una questione di sangue, per i Basile: Adriana, infatti, oltre a una bellezza fuori dal comune, rivela prestissimo una voce capace di ammaliare come il canto di una sirena, mentre il fratello maggiore, l’introverso Giambattista, passa le giornate a scrivere, la testa tra le nuvole. La Napoli secentesca, culla di nuove arti e metropoli labirintica, è il palcoscenico perfetto per entrambi: Giambo abita il mondo della letteratura e porta il peso di un segreto inconfessabile; Adriana, volitiva e determinata a raggiungere la gloria, cresce diventando la cantante più contesa dai potenti del tempo.
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Libridine – Festival delle librerie: Cosa si legge in città – venerdì 22 ore 18,00
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mercoledì 20 ore 18,30 – Gabriele Barbati “Contro la mia volontà”
Che ne è di un feto, dopo l’aborto? Ci siamo mai posti questa domanda? Non prima del 2020, anno in cui due donne di Roma trovano delle croci di alluminio con il loro nome e cognome, e lo denunciano. Cosa è successo? Una norma di cui nessuno sembra a conoscenza obbliga a seppellire i «prodotti abortivi» oltre i cinque mesi di gravidanza. Questo libro-inchiesta riparte da quelle croci del cimitero Flaminio – che vanno indietro di decenni e sono migliaia – e fa emergere la realtà delle sepolture di feti in tutta Italia. Gabriele Barbati ricostruisce la vicenda attraverso documenti e testimonianze dirette delle pazienti che hanno interrotto la gravidanza: una storia collettiva, in cui agiscono anche attiviste contrarie e favorevoli all’aborto, avvocati in cerca di giustizia, ginecologhe in lotta per i diritti, funzionari sanitari e impiegati cimiteriali, medici obiettori e politici conservatori.
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Venerdì 15 ore 18 – Piera Carlomagno “Ovunque andrò”
«Quella notte, ai piani centrali del vecchio BeiArt di Pechino, qualcuno aveva visto qualcosa cadere oltre i vetri della camera da letto. Una grossa sagoma nera.» La sagoma è Raniero Monforti, imprenditore. Suicidio o delitto? La prima sospettata è, naturalmente, la moglie Tania, ma passano due anni prima che arrivi la vigilia della sentenza; ed è in quella notte di attesa che lei ricostruisce, per un uditorio immaginario, la storia di una morte forse annunciata. Tutta la storia, fin dall’inizio: perché la verità arriva da molto lontano. Da un paese chiamato Castrappeso, letteralmente tagliato in due da una frana che nel 1935 ha diviso a metà palazzo Di Salvia, segnando il destino di una famiglia. Dagli incredibili personaggi che attraverso quasi un secolo hanno costruito una dinastia e una fabbrica di pellami di successo, nella remota Basilicata. Dalle scelte dell’ultima erede di quella dinastia, Tania, e di suo marito Raniero che di quel patrimonio è stato l’ultimo custode, il traghettatore dell’azienda nell’era della globalizzazione e nell’Oriente misterioso e forse infido.
Con Ovunque andrò, Piera Carlomagno dà vita a una straordinaria metamorfosi di forme narrative, combinando la suspense del giallo internazionale con le atmosfere e la ricchezza di una grande saga famigliare lucana. Il risultato è un romanzo teso e incalzante, abitato da personaggi tanto eccentrici da scandire il Novecento, sorprendente fino all’ultima pagina.
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