Nel 1921 il critico Ricciotto Canudo pubblicò il manifesto La nascita della settima arte, introducendo il Cinema tra le altre sei (l’Architettura, la Danza, la Letteratura, la Musica, la Pittura e la Scultura). Ma non è forse lo Sport un’arte, l’Ottava Arte? Non lo è forse una geniale invenzione di Dick Fosbury che stacca l’ombra da terra con gli occhi rivolti verso il cielo? Non lo è il colpo di testa di Pelé che non scende più nella finale dei Mondiali del ’70, o una veronica di Adriano Panatta quando il tennis era ancora sorretto dal talento puro o, ancora, la spericolata discesa libera di Gustavo Thoeni sulla mitica Streif di Kitzbühel? Ne L’Ottava Arte l’autore ripercorre la sua vita di giornalista sportivo e conduttore radiofonico seguendo il percorso che lo ha condotto a questo mestiere, dalle avventure vissute da ragazzo fino ai suoi raid al Giro d’Italia, al Tour de France e alle Olimpiadi (dove ha seguito soprattutto l’atletica) culminati con la struggente radiocronaca della staffetta 4×100, volata via con la medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo 2020.
mercoledì 9 luglio ore 18,45 SATYRUS TEMPORAY BAR: Maurizio Ruggeri – L’OTTAVA ARTE
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GIOVEDI’ 10 LUGLIO ore 18,30 IN LIBRERIA: WILLY LABOR – BUONO PER INCARTARE IL PESCE
Trieste, 2002. Gianni Crevatin è un giornalista triestino, scapolo e prossimo ai quarant’anni. Uno scoop, ottenuto senza troppi scrupoli, lo rende famoso, gli cambia la vita ma lo porta anche a confrontarsi con i limiti e l’etica della sua professione. Un viaggio inatteso e l’incontro con una giovane donna amplificano i suoi dubbi e completano una storia sul giornalismo visto dal di dentro
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mercoledì 25 giugno ore 18,30 SATYRUS TEMPORAY BAR: Lavinia Monti – MA L’INCERTEZZA E’ PIU’ BELLA
Ludovica, ventiseienne romana, approda a Bruxelles alla Commissione Europea tra entusiasmo e incertezze. Uno stage che la coinvolge sempre di più, amicizie variopinte e traslochi frenetici rendono la sua vita dinamica e stimolante. Ma il pensiero torna costantemente a Roma, dove l’aspettano un fidanzato sfuggente e un dottorato vinto quasi per caso, che sembra la chiave per dare solidità alla loro relazione. Il rientro alla base, tuttavia, non è l’atterraggio morbido che sperava: una professoressa tirannica, una vecchia fiamma che riemerge, il senso di inadeguatezza nel ritrovarsi sotto il tetto dei genitori fanno a gara nell’ alimentare dubbi e rimpianti per aver lasciato anzitempo la capitale della UE. Da Bruxelles a Roma, fino alla magnetica New York, Ludovica diventa il ritratto di una generazione sospesa tra ambizioni globali e legami profondi. Nei corridoi della Commissione Europea, tra i rituali del Ministero degli Esteri e i negoziati dell’ONU, il romanzo esplora con passione e disincanto il fascino dell’incertezza e il coraggio di affrontare risposte che si trasformano in nuove domande. Una storia che, con raffinata ironia, celebra la bellezza di una vita in divenire, fatta di scelte, errori e, soprattutto, di crescita personale.
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venerdì 6 giugno ore 18,30 SATYRUS TEMPORAY BAR: Michele Bosco – MELTDOWN
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mercoledì 4 giugno ore 18 SATYRUS TEMPORAY BAR: Giualia Alberico – ANNA E I MESI
Anna, mite impiegata d’ufficio visitata da lontani ricordi amorosi, approda a una sorta di illuminata atarassia capace di medicare le ferite del tempo e di conferire ai giorni la quieta scansione delle cerimonie. L’intemperante Yvonne, rievocata dall’uomo che la ama fin da bambina, è una donna oppressa dalla famiglia e tradita dalle passioni che ha sempre accolto la vita come un regalo insidioso. Una maestra anni Trenta compie una scelta ardita per l’epoca: abbandona il marito, un ricco possidente, e si trasferisce con i quattro figli in uno sperduto borgo appenninico, dove riprenderà a insegnare. Frutti delicati di una narratrice dalla lingua nitida e venata di accensioni poetiche, i racconti di Giulia Alberico svelano l’animo di creature disilluse che trasformano la rinuncia ai compromessi mondani in esemplari prove di resistenza. Fanno da sfondo alle storie i paesaggi natii dell’autrice, cui bastano pochi tratti per restituirne la bellezza rigogliosa e selvatica, e atmosfere più cittadine, specie romane. Si dipanano qui vicende di insegnanti e alunni problematici, di immigrati con il cuore rivolto al proprio paese e mogli che compiono improvvisi atti di ribellione, di tutto un universo femminile in bilico tra bisogni reali ed evasioni fantastiche declinato con quella mimetica maestria che lo sa trasformare in letteratura.
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venerdì 30 maggio ore 18 LIBRERIA KOOB: Francesco Careri – CAMMINARE E FERMARSI
“Oltre la curva della strada” scrive Alberto Caeiro (quindi Fernando Pessoa) nella poesia “Oltre” (Para além), “forse c’è un pozzo, e forse un castello, / forse solo la continuazione della strada. / Non so né domando. / Finché vado nella strada prima della curva / guardo solo la strada prima della curva […] / A nulla servirebbe star a guardare l’altro lato / e quello che non vedo. / Ci interessano soltanto i luoghi ove ci troviamo. / C’è abbastanza bellezza nello star qui […]”. È questa bellezza dello star qui, che per un essere umano moderno vuol dire stare nella città […] dell’artista e architetto Francesco Careri. Una bellezza, tuttavia, che può stare qui, sul posto, perché questo stesso posto è attraversato come se fosse un luogo sconosciuto ed estraneo. Ecco allora la forza di quella congiunzione che tiene insieme il movimento più semplice che ci sia, il camminare, e quindi lo spostamento e l’irrequietezza, con il fermarsi, ossia con lo stare la sosta e, in fondo, la contemplazione. L’altrove è qui, è questo il pensiero, in realtà il gesto specifico, di Careri, che non lo cerca – come fa invece chi ha poca immaginazione, e pensa di trovarlo nel Sahara o in qualche sperduta isola del pacifico – piuttosto vede e pratica il qui come un altrove. Si tratta del gesto elementare, forse l’unico gesto ‘ecologico’ nel tempo dell’antropocene, che trasforma il consueto nell’inquietante, e l’estraneo in familiare. Un gesto che trasforma la città in un accampamento nomade, ma anche, ed è l’aspetto meno scontato, ogni accampamento nomade una sorta di città stabile. Si tratta, in sostanza, di rendere mobile ciò che è rigido, e irrigidire, in qualche mondo, ciò che sembra essere solo momentaneo e volatile.
(Felice Cimatti – DOPPIOZERO)
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mercoledì 28 maggio ore 18 SATYRUS TEMPORARY BAR: Citta’ Geopolitiche – ISTANBUL – PIETROBURGO
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martedì 27 maggio ore 18 SATYRUS TEMPORARY BAR: Piera Detassis – DAVID DI DONATELLO
Piera Detassis e il David di Donatello. Otto edizioni del premio più importante del cinema italiano, che hanno richiesto grande impegno per tenerne alti il prestigio e la visibilità del riconoscimento più importante del cinema italiano. In questo colloquio con il critico, giornalista (e amico) Alberto Crespi, la presidente dell’Accademia del Cinema Italiano e direttrice artistica del David Piera Detassis ricostruisce la storia e la cronaca di questi otto anni, raccontando il “dietro le quinte” dell’Oscar italiano e facendoci incontrare personaggi del calibro di Sophia Loren, Franca Valeri, Checco Zalone, Carlo Conti, Gian Luigi Rondi e Vincenzo Mollica – assieme, naturalmente, a tutti i grandi nomi del cinema italiano contemporaneo, premiati e non. E non manca la storia del premio dalle origini, negli anni Cinquanta, a oggi. In questo libro c’è tutto quello che avreste voluto sapere sul David di Donatello e non avete mai osato chiedere.
Il David, anche se ogni tanto qualcuno lo definisce “l’Oscar italiano”, sta in ottima compagnia accanto ai Bafta britannici, ai César francesi, ai Goya spagnoli e ad altri premi nazionali. È un premio importante ed è stato vinto da quasi tutti i più grandi artisti del nostro cinema. Questo libro non ambisce però a raccontarne tutta la storia, che è ampiamente disponibile online e in altre pubblicazioni.
Questo libro è un dialogo fra due giornalisti. Anzi, fra due cronisti: piace, a entrambi, essere chiamati così.
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venerdì 23 maggio ore 18 SATYRUS TEMPORARY BAR : Elisabetta Villaggio – MADEIRA
Elisabetta Villaggio – MADEIRA – Storie d’amore in pieno oceano
Anche se i racconti che compongono questo libro sono frutto di fantasia, alcuni sono riferiti a persone realmente esistite. Il denominatore comune è il luogo, Madeira, isola portoghese scoperta all’inizio del Quattrocento. Isola intesa come via di fuga, luogo sicuro e lontano dove nascondersi o cominciare una nuova vita. lontana dalla terraferma, rifugio quasi onirico, dove la fantasia e la concretezza si intrecciano. I protagonisti di questi racconti hanno in comune il desiderio di cambiare vita o di rinnovarla. Persino riuscendoci, talvolta. Da Elisabetta Villagio, figlia del grande comico genovese, una splendida carrellata di sguardi sull’amore che fluttuano e si sposano alle vastità oceaniche.
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giovedì 22 maggio ore 18: Storie di gatti e altri animali – Albertina Vittoria
Questo libro racchiude storie di animali che l’autrice ha avuto nel corso di una vita, da quando era bambina: criceti, scoiattoli, tartarughe, cani e soprattutto gatti. Protagonista principale è la famiglia di gatti che ha vissuto per molti anni con la scrittrice, in numero variabile da uno a otto, assieme alla cagnolina che credeva di essere un gatto. Il confronto tra loro ci fa vedere quanto siano differenti gli uni dagli altri per il carattere, le abitudini e le manie, per il rapporto tra loro e con gli umani, per il modo di amare la propria padrona e di conquistarla.
I gatti prendono le parti di chi amano, ma arrivano anche al punto di odiare, per gelosia se è arrivato un intruso o per rabbia se si sentono traditi. Sono tante storie d’amore reciproco, di gioia e di sofferenza, come nelle vicende personali che sono sullo sfondo e costituiscono il filo conduttore del racconto. Le illustrazioni di Margherita Mazzoli completano il testo integrandosi pienamente con la narrazione.
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